Massaggio abhyanga Che cos’è, i suoi benefici e come si esegue

La pratica del Massaggio Abhyanga affonda le radici nell’antica tradizione ayurvedica indiana, rappresentando uno degli strumenti principali per il mantenimento dell’equilibrio energetico e della salute generale del corpo. “Abhyanga” in sanscrito significa letteralmente “olio che nutre”, e già nel nome si coglie l’importanza dell’uso degli oli medicati e delle manualità dolci, ma profonde. In questo articolo esploreremo le origini, i principi fondamentali, i benefici, la tecnica di esecuzione, la scelta degli oli, le modalità di integrazione nella quotidianità e le precauzioni da osservare.

Origini e fondamenti ayurvedici


L’Ayurveda è un sistema medico tradizionale nato in India oltre 5.000 anni fa, basato sul concetto di tre dosha (Vata, Pitta, Kapha), ossia le energie vitali che governano le funzioni fisiologiche e psicologiche dell’individuo. In un’ottica ayurvedica, il Massaggio Abhyanga ha la funzione di equilibrare questi dosha, sciogliere blocchi prana (energia vitale) e favorire la circolazione di snehana, ovvero dello “strato oleoso” che protegge e lubrifica tessuti e articolazioni. Secondo i testi classici (Charaka Samhita, Sushruta Samhita), la regolare applicazione di oli erboristici sul corpo previene l’invecchiamento precoce, rafforza il sistema immunitario e migliora la longevità.

Obiettivi terapeutici e preventivi


Il Massaggio Abhyanga si propone diversi obiettivi, sia di natura preventiva che terapeutica. Sul piano fisico, stimola la microcircolazione e il drenaggio linfatico, migliora l’elasticità cutanea, favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche e ammorbidisce i tessuti connettivi. Sul piano energetico, aiuta a sciogliere tensioni, ansia e irrigidimenti posturali. Dal punto di vista mentale e emozionale, calma la mente, regola il sonno e sostiene l’equilibrio emotivo. Praticato con regolarità, diventa un rito quotidiano di auto-cura, prevenendo lo stress ossidativo e l’accumulo di tossine (ama).

Scelta e preparazione degli oli


L’olio è l’elemento cardine dell’Abhyanga. Tradizionalmente si utilizzano oli vegetali di sesamo, mandorle dolci o cocco, arricchiti con decotti o infusi di piante ayurvediche come ashwagandha, brahmi, curcuma, neem e tulsi. La selezione dipende dal dosha predominante:
• Vata: predilige olio di sesamo caldo, per le sue proprietà riscaldanti e lubrificanti.
• Pitta: olio di cocco o mandorle, più rinfrescanti e lenitivi.
• Kapha: miscela più leggera, spesso con olio di colza o girasole, con aggiunta di spezie stimolanti come zenzero e pepe nero.
Prima dell’applicazione, l’olio va leggermente riscaldato a bagnomaria fino a una temperatura di circa 37–40 °C, per favorirne la penetrazione e aumentare l’azione tonificante.

Ambiente e preparazione del ricevente
Affinché il Massaggio Abhyanga dia il massimo dei suoi effetti, è fondamentale creare un ambiente rilassante e protetto. Si consiglia di praticarlo in una stanza calda, priva di correnti d’aria, con luce soffusa e, se lo si desidera, musica tradizionale indiana o suoni della natura. Il ricevente dovrebbe indossare un abbigliamento comodo o rimanere avvolto in un telo leggero. Prima di iniziare, è utile che chi riceve il massaggio svuoti la vescica e si idrati leggermente, mentre il massaggiatore prepara oli e asciugamani puliti.

Tecnica di esecuzione: fasi principali
Il Massaggio Abhyanga si articola in movimenti lenti, armoniosi e sincronici, eseguiti simultaneamente su entrambe le parti del corpo quando possibile. Le fasi principali sono:
1. Petto e spalle: movimenti circolari dal centro verso l’esterno, per aprire il torace e sciogliere tensioni.
2. Braccia e mani: carezze e pressioni leggere lungo le braccia fino alle dita, per incentivare la circolazione.
3. Addome: pressioni rotatorie in senso orario, seguendo il percorso dell’intestino, per stimolare la digestione e l’eliminazione.
4. Schiena: movimenti ascendenti dal sacro fino alle spalle, alternati a leggere frizioni trasversali.
5. Gambe e piedi: massaggio dal basso verso l’alto, con lissages e pressioni palmo-punta, con particolare attenzione a caviglie e piedi.
6. Testa e cuoio capelluto: digitopressioni e sfioramenti che favoriscono il rilassamento mentale e migliorano la qualità del sonno.

Durata e frequenza ideale
Secondo l’Ayurveda, la durata consigliata per un trattamento completo va dai 30 ai 60 minuti, a seconda delle esigenze e del tempo a disposizione. Per una pratica quotidiana di “auto-Abhyanga”, bastano 15–20 minuti di massaggio serale o mattutino, che possono diventare un potente strumento di riequilibrio. In contesti terapeutici, invece, si possono prevedere sedute più lunghe e frequenti, affiancate da altri trattamenti ayurvedici come lo Shirodhara o la Panchakarma.

Benefici sul sistema nervoso e mentale
Uno dei punti di forza del Massaggio Abhyanga è la capacità di modulare il sistema nervoso autonomo. Le manualità dolci e ripetitive stimolano il sistema parasimpatico, responsabile del rilassamento e del recupero energetico, riducendo i livelli di cortisolo (ormone dello stress) e aumentando quelli di serotonina e dopamina. Numerosi praticanti riportano miglioramenti nella qualità del sonno, diminuzione di ansia e irritabilità, nonché un generale senso di benessere e centratura.

Sinergie con altri trattamenti ayurvedici
Spesso l’Abhyanga viene integrato in percorsi più ampi di medicina ayurvedica. Ad esempio, il Panchakarma (detossificazione profonda) prevede un ciclo di massaggi, impacchi di erbe, pulizia nasale (Nasya) e terapie di purgazione (Virechana). Il Massaggio Abhyanga funge da preparazione del tessuto connettivo (Srotas) all’eliminazione delle tossine e al bilanciamento dei dosha, rendendo più efficace l’intero ciclo di cure ayurvediche.

Precauzioni e controindicazioni
Sebbene l’Abhyanga sia generalmente ben tollerato, esistono alcune controindicazioni da rispettare:
• Febbre alta o infezioni acute: il calore e l’olio possono aggravare le condizioni.
• Lesioni cutanee aperte o eczema in fase attiva: è preferibile attendere la guarigione.
• Gravidanza avanzata: va praticato con cautela e sotto guida specialistica, evitando pressioni eccessive sull’addome.
• Ipertensione elevata: potrebbe richiedere oli e tecniche più delicate.
In caso di patologie croniche, è sempre consigliabile consultare un medico o un terapeuta ayurvedico qualificato prima di iniziare il trattamento.

Massaggio Abhyanga “fai-da-te”
Per chi desidera praticare l’Abhyanga in autonomia, è possibile creare un rituale casalingo:
1. Riscaldare l’olio a bagnomaria.
2. Appoggiare un asciugamano sotto al punto di appoggio.
3. Applicare l’olio sul corpo con movimenti lenti e dosati, partendo dai piedi e risalendo verso il cuore.
4. Lasciare agire l’olio per 5–10 minuti al termine del massaggio.
5. Rimuovere l’eccesso con una doccia tiepida, senza detergenti troppo aggressivi.
Questa pratica quotidiana diventa un momento di ascolto profondo del proprio corpo, capace di radicare e riarmonizzare mente e spirito.

Conclusione
Il Massaggio Abhyanga non è soltanto un trattamento estetico, ma un vero e proprio percorso di benessere olistico, in cui la cura del corpo si integra con l’equilibrio energetico e mentale. Sperimentare questa antica tecnica significa riscoprire un ritmo più lento, dedicarsi uno spazio di ascolto interiore e nutrire il proprio organismo con oli e manualità che ne sostengono la vitalità. Che sia praticato da un esperto terapista o come rituale domestico, l’Abhyanga porta con sé i segreti millenari dell’Ayurveda, offrendo a chiunque la possibilità di ritrovare armonia, leggerezza e profondo rilassamento.

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